Olio italiano biologico extra vergine di oliva monocultivar Canino

Ci dispiace ma tutti i nostri prodotti sono esauriti

Visagi Coraggiosi

NewsIo Donna dedica un’articolo all’oro verde italiano

Io Donna dedica un’articolo all’oro verde italiano

Non chiamatelo condimento. La “spremuta di olive” è protagonista del menu, e non solo. Ci sono festival, mostre d’arte, community come Women in Olive Oil. E un’esclusiva home fragrance.

L’olio è il nuovo vino? Sicuro. Non lo sostituisce, certo, ma fa tendenza. I segnali sono tanti. Si moltiplicano le coltivazioni bio, la ricerca dei terreni, le selezio­ni, le degustazioni, le classifiche. L’assaggio di un cucchiaio d’olio sul pane di grani antichi tipico della tradizione contadina ora è l’antipasto chic. La carta degli oli nei ristoranti è curata quanto quella dei vini, perciò non chiamatelo “condimento”: l’olio è un protagonista del menu. Parlando con Tano Sirno­nato, di “Tano passami l’olio” (ristorante milanese premiato da una stella Michelin), si resta sorpresi dalla sua passione en­ciclopedica e dall’immensa varietà di olii. Nel suo sito trovate alcune bottiglie che gli piacciono: un extravergine del Garda, “Genesi”, dalla Boutique olive farm di Paolo Bonornelli e due siciliani, “Sciauru d’Aliva” che si porta dietro il fascino dei templi di Selinunte, e “Contrada Difesa”, una piccolissima, preziosa produzione che arriva dalla zona dell’Etna.

Ma bisogna prenotare un appuntamento con l’oleologo (parola che ancora non compare nei dizionari, ma un giorno forse sì) Luigi Caricato per entrare in un mondo complesso e affascinante, studiare le differenze tra extravergine umbro, li­gure, toscano, pugliese, siciliano, “di lago” (Garda, Corno) per non usare quello sbagliato, scoprire che i più ricchi di polife­noli sono quasi “farmaceutici” e il medico raccomanda di non risparmiare sulla qualità. Valutare il colore, dal giallo pallidis­simo, quasi trasparente, al verde vivace. E vedere le quotazioni internazionali. C’è un borsino, meglio saperlo, se vi capitasse di incrociare il lussuoso, inarrivabile Lambda (greco) chiuso in folli confezioni d’oro.

In nome dell’olio ci sono festival, mostre d’arte, re­ading letterari. Mentre, via Facebook, potreste connettervi con Jill Myers che il 30 aprile scorso, da Charlottesville, Vir­ginia, ha concepito il gruppo socia! “Women in Olive Oil”: in poche settimane si sono iscrit­te 900 donne di 40 nazioni. Ma, andando sul semplice, l’olio è perfetto da portare a una cena alcol free, in una confezione ori­ginale, che sia brocca, anfora o bottiglia di cristallo molato, da profumo. E, a proposito, Laura Bosetti Tonatto, naso leggen­dario, ha dedicato una speciale home fragrance in edizione limitata al Laudemio Frescobaldi 2019 (olio e profumo sono venduti insieme), un bouquet che restituisce l’atmosfera dolce e rilassata della campagna.

Per Tonatto è stata un’impresa felice mettere insieme «la freschezza dei fiori d’arancio, l’energia allegra del cassis, l’odore fresco dell’erba tagliata, l’amaro del carciofo, il pepe, l’eleganza senza tempo della mandorla ottenuta attraverso la distillazione del nocciolo dell’albicocca». II risultato è un fan­tastico viaggio olfattivo nella tenuta Castello di Nipozzano, terra del Laudemio. Matteo Frescobaldi, brand manager en­tusiasta, l’olio lo mette quasi dappertutto, anche sul gelato al­la crema («buonissimo») e suggerisce di provarlo. In America il massimo dello snobismo è l’ice cream alla vaniglia rifinito con un cucchiaio abbondante di extravergine e un pizzico di sale come topper.

Niente di strano che in Puglia si organizzino pelle­grinaggi per vedere l’Ulivo di Borgagne, il più antico d’Ita­lia (3-4mila anni). Non è soltanto un monumento vegetale: dai suoi frutti nasce l’Extravergine Terre d’Otranto. Niente di strano che ci sia una pianta così nell’incipit dell’ultimo ro­manzo di Milagros Branca (Uliviero, Baldini+Castoldi). Un figlio illegittimo nascosto nel cavo di un ulivo secolare si ri­trova portato via assieme all’albero venduto a un milionario americano senza figli. Ed ecco la storia di Uliviero, che ha una U nel nome al posto della O e come l’albero, come noi, ha bisogno di radici.

di Roselina Salemi
IO DONNA | Speciale / Il gusto dell’estate
18 Luglio 2020

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